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Il ponte di Rama


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Il ponte di Rama

Incredibile scoperta della Nasa, fotografato il ponte di Rama risalente a 1.700.000 anni fa.

La scoperta della NASA e il potere dei nomi di Dio

Articolo di Sripad Bhaktivedanta Madhava Maharaja

Il mio siksa-gurudeva, Sri Srimad Bhaktivedanta Narayana Gosvami Maharaja sta predicando il messaggio di Sriman Mahaprabhu sia in Occidente che in Oriente. Mentre si trovava in Australia durante il suo ultimo tour di predica mondiale, ha parlato delle glorie della nama-tattva e del patrimonio della cultura Vedica. In una lezione ha detto che gli archeologi di oggi non accettano la vera antica civilizzazione Vedica e dichiarano che Harappa e Mohenjo-Daro, che risalgono a 5000 anni fa, costituiscono l'antico passato dell'India.

Essi sostengono anche che agli albori dell'umanità c'era l'Età della Pietra, seguita dall'Età del Ferro, dall'Età del Bronzo e oggi dall'Età dell'Oro.

Queste sono affermazioni di persone sciocche e ignoranti. La cultura indiana è molto antica ed era sistematica e prosperosa in ogni aspetto, disegnata per le persone che osservavano una condotta morale giusta. Anche se gli scienziati e gli archeologi moderni hanno fatto degli sforzi collettivi per comprenderne la sua età, sono stati beffati nei loro tentativi.

Le persone che vivono in occidente sono molto più avanzati nella tecnologia e nelle comunicazioni delle persone che vivono in India oggi. Negli Stati Uniti tuttavia, che si dichiara il paese più avanzato al mondo, la NASA ha recentemente scoperto dei fatti storici che provano l'antico e sofisticato patrimonio dell'India. Un recente articolo riporta la notizia in questo modo:

IMMAGINI DELLA NASA SCOPRONO UN ANTICO PONTE TRA L'INDIA E SRI LANKA
(Da. ' Raccolta di immagini digitali della NASA')
"Le immagini della NASA prese dallo spazio mostrano un misterioso e antico ponte situato nello Stretto di Palk, tra l'India e Sri Lanka. Il ponte recentemente scoperto, conosciuto come il ponte di Adam è composto da una serie di ammassi di pietre ed è lungo circa 18 miglia (30 Km.)La particolare curvatura e composizione antica del ponte rivelano che è stato fatto dall'uomo. Secondo gli studi archeologici e le leggende, il primo segno di esistenza di esseri umani a Sri Kanka è datato a circa 1.750.000 anni fa e il ponte è databile circa in quell'epoca.
Questa informazione ci fornisce una cruciale visione nella misteriosa leggenda del 'Ramayana' che si supponeva si fosse svolta in Treta-yuga, più di 1.700.000 anni fa. In questa leggenda si parla di un ponte tra Rameswaram in India e la costa di Sri Lanka, costruito sotto la supervisione di una dinamica e invincibile figura di nome Ram, che si diceva fosse un'incarnazione del Supremo.
Questa informazione potrebbe essere di poca importanza per gli archeologi interessati nell'esplorare le origini dell'umanità, ma di sicuro aprono le porte dei cancelli della spiritualità poichè tutti i popoli del mondo sono venuti a sapere di un'antica storia riportata nella mitologia Indiana."

Dopo aver sentito di questa notizia, una persona presente alla conferenza ha chiesto a Sri Srimad Bhaktivedanta Narayana Gosvami Maharaja la sua opinione al riguardo.Srila Maharaja: "Questa recente scoperta della NASA ha fatto luce sulla cultura dell'antica India." La persona presente alla conferenza: "Potresti per favore dire di più al riguardo, portando degli esempi così che le persone qui possano comprendere meglio"
Srila Maharaja: "La storia della cultura Vedica viene riportata nelle scritture Vediche. Secondo lo Srimad Bhagavatam le quattro yuga, Satya, Treta, Dvapara e Kali, formano un divya-yuga. Settantun divya-yuga equivalgono ad un manvantara. Quattrodici manvantara formano un giorno di Brahma e la stessa durata è per la notte. Brahma ha un anno formato da 360 giorni e la sua vita dura cento anni.
Durante un giorno di Brahma, maryada-purusottama Bhagavan Sri Ramacandra, lila-purusottama Bhagavan Sri Krsna e prema-purusottama Sri Sacinandana Gaurahari (disceso in Kali-yuga dopo l'apparizione di Krsna), sono discesi in questo mondo. Tuttavia Bhagavan Sri Ramacandra non discende nel Treta-yuga appena prima dello Dvapara-yuga in cui apparve Bhagavan Sri Krsna.

Calcolare correttamente questi eventi và oltre le capacità degli scienziati moderni." Un indiano residente in Australia: "Swamiji, questa notizia ha qualche altro significato"Srila Maharaja: "Ascolta. Tu sei uno scienziato. Uno dei devoti qui me lo ha detto prima della lezione. A quel tempo nell'India antica, la scienza e l'architettura erano molto avanzate, ben oltre la tua comprensione. La recente scoperta della NASA mostra che questo ponte di trenta chilometri non è poggiato su nessun pilastro, nè è stato costruito con del cemento o del ferro. Tutti gli sforzi uniti di tutti gli scienziati del mondo potrebbero concretizzarsi in qualcosa di
simile A quel tempo l'India era altamente civilizzara e anche la sua tecnologia era molto avanzata. Tutto ciò và oltre la tua portata."
Scienziato: "Swamiji, hai parlato di tecnologia avanzata. Durante il periodo dell'India antica esistevano i computers Gli indiani hanno imparato la tecnologia dei computers dagli occidentali."
Srila Maharaja: "La tua domanda mi fa sorridere. La conoscenza scientifica dell'India è speciale, voglio dire che proviene dalla realizzazione. La tua conoscenza tuttavia è priva di realizzazione e quindi non è vera conoscenza. In un cero senso voi siete innocenti. La vostra discendenza proviene dall'India, ma come farete a comprendere queste cose Senza l'aiuto dell'antica cultura indiana il mondo non potrebbe progredire. Hai sentito parlare dell'opera intitolata Srimad Bhagavatam"
Scienziato: "Si, la conosco. Anche se sono uno scienziato, tento di studiare lo Srimad Bhagavatam ogni giorno." Srila Maharaja: "Ti porterò un esempio della scienza del computer riportata nello Srimad-Bhagavatam. Hai sentito parlare della storia di Sringi Rishi, il figlio di Samika Rishi, che all'età di soli cinque anni maledì il re Pariksit"
Scienziato: "Sì, la conosco. Ho sentito da mia madre che a causa di questa maledizione, venne manifestato il Bhagavatam in questo mondo."
Srila Maharaja: "Tua madre ha detto giusto, doveva essere un bhakta. Nessuna persona comune può comprendere questo segreto: solo i devoti
possono. Subito dopo questa maledizione tutti i muni e rishi fecero voto di digiunare fino alla morte e immediatamente raggiunsero le rive del Gange dove si trovava il re Pariksit. Il saggio Mangal veniva dalla Mongolia e il saggio Kasyapa dalle rive del Mar Caspio. Questo era il sistema internet dell'antica India. Le comunicazioni e i trasporti erano tanto avanzati a quel tempo che tutti si riunirono in quel luogo in pochi momenti.

"Devoto: "Gurudeva, ho sentito da te delle glorie della cultura indiana descritte nello Srimad-bhagavatam. Ne parlavi in relazione alle glorie del santo nome. Non capisco che rapporto ci sia tra la scoperta della NASA ed il santo nome."
Srila Maharaja: "La tecnologia utilizzata per costruire questo ponte, ora scoperto dalla NASA, era la tecnologia del nama e nient'altro. Nel momento in cui fu costruito questo ponte, Nala, Nila, Hanuman e tutti gli altri, posavano le pietre nell'acqua pronunciando i nomi di Bhagavan: 'Rama, Rama'. Per l'influenza di questo nama le pietre non sprofondavano, anzi si univano tra di loro. Da bambini Nala e Nila erano molto dispettosi, erano soliti gettare l'erba kusa e altri oggetti che appartenevano ai saggi dentro l'acqua facendo affondare tutto. I saggi arrabbiati dichiararono: "Da oggi tutto ciò che butterete nell'acqua resterà a galla." Le parole di questi saggi nama-parayana (saggi che sono totalmente devoti al santo nome di Bhagavan) contenevano molto potere e così tutto ciò che Nala e Nila gettavano nell'acqua galleggiava. Questa maledizione in realtà fu una benedizione, proprio come la maledizione di nama-parayana Rishi Narada ai due figli di Kuvera che li rese in grado di ottenere Vrajendra-nandana Syamasundara. Se Narada Muni non avesse maledetto Nalakuvera e Manigriva, essi non avrebbero potuto ottenere Bhagavan. La potenza del nama non solo può creare un ponte sull'oceano per permettere all'esercito di Sri Rama di attraversarlo, ma è talmente grande da poter costruire un ponte affinchè la jiva possa attraversare quest'oceano di ignoranza e raggiungere la sua vera casa. Oltre alla tecnologia del nama, nessun'altra tecnologia ha questa capacità. Questa è la vera gloria del nama.

ARTICOLO SCRITTO DA ENRICO BACCARINI

Ci siamo spesso avventurati nei misteri dell’India antica. Studiando ed analizzando i suoi segreti abbiamo cercato di sollevare quel velo di Maya che sembra talvolta oscurare ed eclissare molte sue antiche testimonianze. Ogni tassello sembra aprire nuovi orizzonti, ogni scoperta lascia trasparire incredibili verità!

 

Spesso tra gli scettici si tende a sminuire il valore e l’importanza delle antiche vestigia presenti nel continente indiano. E’ un dato di fatto che lungo le coste del Golfo di Cambay, nel Tamil Nadu o a Mahabalipuram esistano sott’acqua antichissimi insediamenti urbani, traccie di una civiltà dimenticata che dopo la fine dell’ultima glaciazione e l’aumento dei livelli costieri del mare si trovò a fuggire repentinamente dalle loro città sacre. Una prova

La mitica Dwarka, la città Krishna nonché tra i sette luoghi più sacri dell’India, è stata riscoperta recentemente sommersa dalle onde del mare. Spedizioni di archeologi subacquei hanno potuto recuperare antichissimi manufatti nel sito oggi sommerso nonché di tracciare la pianta di un insediamento urbano gigantesco oggi nascosto sotto 40 metri d’acqua e dai sedimenti del tempo

Le vestigia sommerse di Dwarka recentemente scoperte

 

Una ricostruzione di History Channel dell’antica Dwarka oggi sommersa

 

Ma spostiamoci nel sud dell’India, nel Tamil Nadu, per osservare il retaggio che queste terre ancora mostrano ai nostri occhi. Una testimonianza tra tutte sembra superare ogni aspettativa, proponendosi come un elemento incontrovertibile dell’antica presenza in questi territori di una civiltà estremamente evoluta ed in grado non solo di solcare i cieli con i suoi Vimana ma anche di compiere mirabili opere di ingegneria ambientale paragonabili, se non superiori, a quelle odierne.

Una catena di “rocce” collega l’India con l’isola di Sri Lanka, questa è la versione comunemente accettata dai geologi ma per gli Indù questo esilissimo lembo di terra costuisce i resti del Ponte di Rama (Setubandh nella lingua locale) una struttura che, come narrato nell’antico poema epico Ramayana, fu costruita dal dio Hanuman e dal suo esercito di uomini-scimmia per permettere al dio Rama di raggiungere la moglie Sita, tenuta prigioniera nell’isola dal demone Ravana.

Lo Stretto di Palk separa la costa dello Stato indiano del Tamil Nadu dall’isola di Sri Lanka connettendo la Baia del Bengala a nordest con il Golfo di Mannar, a sud. Nel suo estremo meridionale lo stretto è costellato da una catena di basse isole rocciose e trami di barriera corallina a formare un istmo comunemente chiamato Ponte di Rama o, da tempi del Raj britannico, Adam’s bridgePonte di Adamo.

Il Ponte di Rama si estende tra Dhanushkodi, sull’isola indiana di Rameswaram, e Talaimannar, fino all’isola cingalese di Mannar. L’isola di Rameswaram è collegata alla terra ferma indiana dal Ponte di Pamban, il più lungo ponte ferroviario dell’India, ben 2,3 Km.

L’industrializzazione moderna vorrebbe sfruttare questo stretto braccio di mare per costruire nel prossimo futuro un ponte che colleghi l’India all’isola di Ceylon ma il progetto di un ponte sul canale è da anni fortemente avversato dagli ambientalisti ma soprattutto da gruppi religiosi che vedono nel Ponte di Rama l’antichissima traccia delle imprese del divino Rama, narrate nella celebre epica Ramayana.

E’ stato grazie alle recenti foto satellitari fornite dalla Nasa che gli ambientalisti indiani si sono ulteriormente convinti della veridicità delle loro leggende. Queste foto rivelerebbero una curvatura e una disposizione delle rocce che possono solo spiegarsi con l’intervento umano. A tutto ciò si aggiunge il fatto che questo ponte fu realmente nell’antichità un passaggio transitabile a piedi fino al XVsecolo, quando un ciclone mutò le profondità marine sommergendo il buona parte del percorso.

Come affermavamo, secondo il Ramayana il Ponte di Rama fu costruito su diretta richiesta del dio Rama per tramite dei suoi servitori, mezzi uomini e mezzi scimmia, capeggiati dal dio Hanuman. L’intero percorso venne sostenuto grazie a rocce sabbiose che successivamente gli dei avrebbero ancorato al fondo marino, dando origine all’attuale struttura.

Nel corso degli anni sono stati effettuati diversi studi per cercare di comprendere l’età geologica del ‘Ponte’. In base a quanto evidenziato la struttura non sembra poter essersi formata prima di 3500 anni fa e i dati raccolti indicherebbero che l’origine della sua formazione potrebbe essere imputata all’effetto barriera causato dai coralli ovvero a causa dei sedimenti sabbiosi portati dalle correnti.

Tale spiegazione non inficia certamente un possibile intervento artificiale. Su una struttura preesistente costituita da secche e barriere coralline nulla vieta che il riporto artificiale di pietre possa essere stato operato per rinsaldare e costruire un percorso transitabile e fruibile. La strana morfologia di questo lembo di terra oggi semi sommerso sembrerebbe proprio indicare ciò. Tenendo conto che la sottile fascia è costantemente battuta da correnti molto forti e da condizioni climatiche spesso difficili, è normale che il tempo e l’incuria possano aver portato ad un suo sfaldamento e alla perdita della sua antica transitabilità.

Proprio un tifone la distrusse definitivamente nel XV secolo, cinque secoli fa, ma supponendo che sia vechia di migliaia di anni, se i suoi antichi costruttori persero la possibilità di mantenerla in buono stato (un po’ come con le moderne autostrade) è naturale che si sia assistito nei secoli ad un suo graduale sfaldamento e che la sua percorribilità sia mano  a mano andata diminuendo in rapporto all’assenza di interventi ricostruttivi.

Per quanto ci si ostini a voler negare l’evidenza dei fatti, queste testimonianze ci mostrano le ultime vestigia di un’antichissima civiltà che abitò le terre indiane molte migliaia di anni fa. Quali conoscenze avanzate poterono permettergli di realizzare un’opera ingegneristica di tale portata Chi furono questi sconosciuti Come mai scomparvero e di loro ci sono rimaste solo minimali tracce

Un puzzle di tasselli sparsi sta lentamente riprendendo forma. Assieme ad altri ricercatori indiani ed americani stiamo riscoprendo una memoria storica ritenuta perduta.

 
 

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