Lezione nr. 25
26 lug 2001
Titolo: Siva-tattva

SIVA-TATTVA

(Olanda, 3 luglio, 1997) - Lezione di Srila Bhaktivedanta Narayana Maharaja

Prima di tutto vorrei offrire con tutto il cuore i miei dandavats pranams
ai piedi di loto del mio gurudeva, nitya lila pravista om visnupada Sri
Srimad Bhaktiprajnana Kesava Gosvami Maharaja, e allo stesso modo offro i
miei dandavats pranams ai piedi di loto del mio siksa guru, nitya lila
pravista om visnupada Sri Srimad Bhaktivedanta Swami Maharaja. Oggi
parleremo del Signore Siva.

Sri Narada andò da Sankara, il Signore Siva, e lo glorificò così: "Tu sei
molto vicino e caro a Krsna. Non solo questo, tu sei Krsna stesso; tu sei
uguale a Lui. Tu puoi dare moksa, la liberazione, ed anche Krsna-prema."
Sentendo Narada che lo glorificava in molti modi, Sankara si arrabbiò e
disse: "Le tue glorificazioni sono tutte false. Io non sono molto caro a
Krsna, - affatto - ma vorrei esserLo. Vorrei essere il diletto di Krsna, in
realtà però non lo sono. Ho fatto molte cose contro di Lui."

Sankara aveva compiuto apparentemente molte azioni contro Krsna, come ad
esempio dare una benedizione a Ravana, e altre azioni contrarie alla
Krsna-bhakti. Egli disse a Narada: "Sai, mio caro ragazzo, quello che
nessun altro è in grado di svolgere in questo mondo, Krishna ne affida a me
il compito." Quando i deva frullarono l'oceano, all'inizio si ricavò del
veleno, un potentissimo veleno. Era molto pericoloso e dovuto ad esso il
mondo intero stava bruciando. I deva avvicinarono Krishna che disse loro di
adorare Sankara e chiedergli di ingoiare quel veleno. Così essi adorarono
Sankara e poi chiesero: "Oh Sankara, salvaci! Nessun altro può salvarci."
Sankara immediatamente prese quel veleno e lo bevve. Egli se lo mise in
bocca, ma non volle farlo scendere nello stomaco. Questo perchè egli vedeva
Krishna presente nel suo cuore e il veleno Lo avrebbe potuto toccare.
Perciò egli se lo tenne in gola. La sua gola bruciò e perciò divenne blu.

In Kali-yuga tutti volevano adorare Krishna, Dio, pensando: "Egli appagherà
tutti i nostri desideri. Semplicemente adorando Krishna o una Sua
incarnazione, Egli sarà compiaciuto e soddisferà i nostri desideri
materiali." In questo modo tutti cominciarono ad adorare; non per il
piacere di Krishna, ma solo perchè desideravano che Lui provvedesse a tutti
i loro bisogni. Quindi Krishna pensò: "Questa è una cosa molto pericolosa."
Egli chiamò Sankara e disse: "Tu devi dire a tutti i falsi devoti, che Tu
stesso sei Brahman. Brahma satyam jaganmitya jiva brahma evanapara. Devi
dire che questo mondo è falso, che la jiva è Siva, che la jiva è Brahman,
che tutte queste anime sono Brahman. Non c'è bisogno di adorare qualche
altro Dio. Tu sei Dio. Tu sei Paramabrahma."

Sankara rispose: "Puoi cortesemente dire a qualcun altro di farlo? Io non
sono qualificato a svolgere questo servizio."
Krishna replicò: "No, devi farlo tu. Nell'intero mondo non vedo nessun
altro qualificato a fare questo."

Sankara concluse dicendo a Narada: "Alla fine ho dovuto accettarlo, e ho
predicato dappertutto, 'Tu sei Brahman, tu sei Brahman, tu sei Brahman. Il
mondo è falso.' Ora, io sono molto dispiaciuto per questo. Perchè sto
facendo diventare così offensive tutte queste jive? Questa è un'offesa, lo
so. Ma ciò nonostante, per eseguire gli ordini di Krishna, lo faccio. A
volte Krishna mi ordina di fare queste cose, io non sono il Suo caro."

"Inoltre tu sai che mi spargo sempre il corpo della cenere dei crematori e
mi adorno di teschi. Io ho trigunas, tre qualità: sattva, raja e tama.
Tutti i miei associati sono come bhuta (fantasmi) e pisaci (streghe).
Perciò, in realtà, non sono qualificato per essere il diletto di Krishna."

Narada allora rispose: "Prabhu, non imbrogliarmi. Io ho della conoscenza.
Ho sentito dire che i nemici di Krishna e dei Pandava, o i nemici di
qualsiasi bhakta, ti adorano e tu gli dai delle benedizioni. Ma quelle
benedizioni non sono infallibili. Vi sono sempre delle mancanze. In realtà
tu li imbrogli per far piacere al tuo Krishna. Lo so. Qualsiasi cosa fai,
tu lo fai per il piacere di Krishna. Tu sei il più caro amico di Krishna."

Nel Mahabharata si parla di un re chiamato Jayadratha, che era il cognato
di Duryodhana. Duryodhana aveva dato in sposa sua sorella, Dushala, a
Jayadratha e quindi, in un certo senso, egli era anche il cognato dei
Pandava. Una volta Jayadratha cercò di prendersi Draupadi come moglie e la
mise a forza sul suo carro. In lacrime lei gli disse: "Io sono la moglie
dei Pandava. Se vengono, ti puniranno e ti uccideranno." Tuttavia
Jayadratha era talmente arrogante da non sentire neppure quello che lei
disse. Nel frattempo Narada andò dai Pandava dicendogli: "Oh, ho visto
Jayadratha portar via Draupadi che piangeva" Immediatamente Bhima e Arjuna
si lanciarono all'inseguimento e Jayadratha li vide avvicinarsi molto
velocemente. Bhima abbandonò il suo carro e cominciò a correre più veloce
dei cavalli di Jayadratha. Arjuna disse a Bhima: "Sto per fermare ed
uccidere Jayadratha. Tu dovresti prenderti cura degli altri Pandava." E
così dicendo prese l'arco e con le frecce creò un fuoco che circondò il
carro di Jayadratha. Jayadratha era prigioniero di quel fuoco e non poteva
muoversi. Immediatamente Arjuna e Bhima lo arrestarono, lo legarono al
carro e lo portarono dove Yudhisthira viveva con Draupadi e gli altri.

Bhima disse a Yudhisthira: "Voglio ucciderlo io. Per favore, ordinami di
ucciderlo." Anche Arjuna disse: "Jayadratha ha commesso un'offesa; dovrebbe
essere ucciso." Yudhisthira disse: "Dovremmo sottoporre il caso a Draupadi
e faremo ciò che lei ordinerà" Questo perchè Draupadi era stata rapita da
Jayadratha. Quindi tutti andarono da Draupadi e misero Jayadratha ai suoi
piedi. Draupadi ora era molto misericordiosa. Benchè Bhima ripetutamente
dicesse: "Voglio ucciderlo immediatamente", Draupadi disse loro: "Non
uccidetelo. Perdonatelo, perchè lui è nostro cognato. Se lo uccidete vostra
sorella rimarrà vedova e piangera per sempre."

Le mogli indiane sono sempre molto caste. Possono donare la loro vita per i
mariti. I mariti possono lasciarle o divorziare da loro, ma queste donne
non lasceranno mai i loro mariti. Rama lasciò Sita, ma Sita non lasciò mai
Rama. Questa è la cultura Vedica indiana e noi dobbiamo cercare di seguirla
perchè Srila Svami Maharaja voleva che lo facessimo. Marito e moglie devono
aiutarsi reciprocamente. Non devono mai pensare: "Lascerò mio marito."
Prima di tutto seguite il Varnasrama Dharma e poi la bhakti verrà. Quando
sarete maturi allora potrete decidere se lasciare o non lasciare, non ci
sarà alcun danno. Ma per ora dovreste cercare di seguire il Varnasrama
Dharma. Srila Svami Mahraja voleva questo. Alcuni devoti non lo stavano
seguendo ed egli era preoccupato. Uomini e donne dovrebbero essere così:
molto casti. Potete anche morire, non c'è problema, perchè la vostra anima
non morirà mai. Tuttavia, se l'anima è stata data a qualcuno, dovete essere
casti così. Altrimenti potrete anche abbandonare Krishna. Quindi dovete
fare pratica qui. Fate il voto che: "Nella mia vita non divorzierò mai, non
lascerò mai mio marito (o mia moglie)." Allora sarete casti e non lascerete
mai Krishna. Oggigiorno è molto facile lasciare Gurudeva e prenderne uno
nuovo, come fanno le donne occidentali. In un secondo, per niente, loro
possono cambiare marito. Anche se sarà un problema per i loro figli, loro
sono abituate ad agire in quel modo. Noi dovremmo cercare di cambiare
questa tendenza.

Così Draupadi disse: "Vostra sorella rimarrà vedova e piangerà per tutta la
vita."Bhima e Arjuna volevano il parere di Krishna: "Che cosa dobbiamo
fare? Abbiamo promesso di uccidere Jayadratha e ora Draupadi ci sta dicendo
che dovremmo perdonarlo." Krishna rispose: "Se un uomo è molto rispettato,
ma si merita una punizione, allora dev'essere disonorato, questo equivarrà
alla morte." Arjuna allora gli rasò la testa, mantenendo solo cinque
ciuffi, rasò un lato della testa lasciando l'altro lato rasato a metà.
Questo sistema è praticato in Francia e oggigiorno è diventato di moda. Ma
per Jayadratha era un insulto che lo colmava di vergogna.

Quando Bhima e Arjuna lo liberarono, Jayadratha pensò: "Sarebbe stato
meglio morire che vivere così." e promise: "In qualche modo mi vendicherò."
Perciò non andò a casa. Si recò invece a Kailasa e lì eseguì molte severe
ascesi. Dopo qualche mese rinunciò al cibo, all'acqua e ad ogni altra cosa,
stava quasi per morire.

In quel momento arrivò Sankara che gli chiese: "Cosa vuoi?" Jayadratha
rispose: "Voglio vendicarmi dei Pandava. Voglio sconfiggerli e ucciderli."

Sankara disse a Jayadratha: "Puoi sconfiggere i Pandava una sola volta, e
solamente Yudhisthira, Bhima, Nakula e Sahadeva, ma non Arjuna."

Jayadratha rispose: "Se non puoi darmi una benedizione che mi soddisfi
appieno, allora dammi la benedizione che nè Arjuna nè qualsiasi altra
persona possa uccidermi."

Sankara replicò: "Se qualcuno ti ucciderà e ti taglierà la testa, allora,
se essa cadrà al suolo, quella persona che farà cadere la tua testa dovrà
morire immediatamente. La tua vita sara salva e la tua testa sara
ricongiunta di nuovo al tuo corpo. Se la tua testa giunge da tuo padre e
tuo padre la lascia cadere a terra, allora tu resterai morto. Altrimenti
no. Se qualcuno ti ucciderà per centinaia e migliaia di volte, tu non
potrai essere ucciso. Tuttavia, se tuo padre lancerà la tua testa da
qualche parte, allora tu morirai."

Jayadratha era soddisfatto. Egli pensò: "Mio padre non farà mai questo!"
Tuttavia, quando si combattè la guerra del Mahabharata, in qualche modo
Arjuna tagliò la testa di Jayadatha con le sue frecce. Era sera, il sole
stava tramontando e suo padre stava facendo arpana al dio del sole
(offrendo dell'acqua). Nel frattempo Arjuna lanciò la testa di Jayadratha
tra le mani di suo padre. Senza pensarci suo padre la gettò a terra, aprì
gli occhi e disse: "Cos'è questa cosa umida?" Ma ormai non era più tra le
sue mani. Ora vedeva che quella era la testa di suo figlio cominciò a
lamentarsi: "Oh figlio mio, figlio mio! Ora tu sei morto." Quindi, se
Sankara dà una qualsiasi benedizione ai nemici dei devoti di Krishna, c'è
sempre qualche falla. Egli è molto astuto e serve sempre Krishna.

C'era un grande demone chiamato Tripurasura, che aveva eseguito severe
austerità per soddisfare Sankara. Quando Sankara arrivò, Tripurasura gli
chiese: "Voglio la benedizione di poter costruire tre vimana, aereoplani.
Dovranno essere diretti solo dalla mente, in modo che, quando ordino loro
di andare in paradiso, essi vi andranno. Non dovranno essere come le
macchine di oggi. Dovranno fare quello che io desidero. In estate dovranno
avere l'aria condizionata. Se ci sono due uomini seduti, allora dovranno
esserci solo due posti a sedere. E se io voglio viaggiare sugli aeroplani
con centinaia di migliaia di persone, allora dovranno attrezzarsi con
centinaia di migliaia di posti a sedere. Non devono mai cadere a causa di
guasti meccanici. Mai. Saranno fatti di oro, rame e argento e saranno
equipaggiati con ogni sorta di armi."

Dopo aver ottenuto la sua benedizione, Tripurasura cominciò a combattere
contro Sankara. Sankara fuggì e si rifugiò da Krishna. Tripurasura aveva
anche un khupa, un pozzo, e quel pozzo era pieno di nettare
dell'immortalità. Se qualcuno cercava di ucciderlo, egli poteva
immediatamente bere quel nettare e così non poteva morire. Sankara era
molto preoccupato. Poichè era un continuo guerreggiare tra lui e il demone,
egli prese rifugio ai piedi di loto di Krishna. Allo scopo di salvarlo,
Krishna, nella forma di Visnu, diventò una mucca. Quella mucca bevve tutto
il nettare dal pozzo, dopodichè Sankara fu in grado di uccidere Tripurasura
e gli altri demoni. Possiamo constatare che Sankara dà benedizioni persino
ai suoi nemici, sapendo che Krishna lo salverà.

Quindi non abbiate alcun timore. Krishna vi salverà se voi vi state
offrendo a Lui. Egli ha promesso: "Sarva dharma parityaja mam ekam saranam
vraja, aham tvam sarva papebhyo moksayisami ma sucah." Se voi date le
vostre responsabilità, la vostra intelligenza, i vostri sensi, ogni vostra
cosa a Krishna, Egli si prenderà tutte le responsabilità per voi. Non
abbiate paura. Non avrete nessuna sofferenza o dolore di alcun genere.
Arjuna ha ucciso centinaia di migliaia di soldati, ma non ha dovuto
prendersi nessuna reazione per quello. (In altre parole egli non ha dovuto
soffrire per i risultati delle sue azioni). Ajamila fece molte cose
sbagliate, ma anche lui non ha dovuto ricevere le reazioni. Egli andò a
Vaikuntha. Perciò, dovete cercare di dare tutte le vostre responsabilità,
il Varnasrama Dharma e tutto il resto a Krishna e sarete felici per sempre.
Allora potrete entrare nella bhakti. Altrimenti no.

Sankara sta sempre servendo Krishna. Narada lo sa, ma voleva glorificare
Sankara così che tutti sapessero che egli è molto vicino e caro a Krishna e
non è differente da Lui. Come? "Saksad haritvena samasta sastrair uktas
tatha bhavyata eva sadbhih kintu prabhor yah priya eva tasya vande guroh
sri caranaravindam". Qui saksad haritvena indica priyatvena haritvena. Egli
è molto vicino e caro. "Vaisnavanam yata sambhu."

La Sankara-tattva è molto complicata. La Brahma-tattva non è così
complicata, Brahma resta sempre una jiva-tattva. A volte, quando non ci
sono jive qualificate, Visnu stesso appare come Brahma. Ma Sankara non è
così. Lui non è mai jiva-tattva. E' Acintyabhedabeda. Dove vive? Oltre
Brahmaloka. Dopo aver oltrepassato gli otto tipi di coperture materiali,
dopo aver attraversato Viraja, Muktidhama, Mahakalapuram e quindi
Brahmaloka, si trova il loka o pianeta di Sankara. Lì lui è conosciuto come
Sadasiva, ed è un Visnu-tattva. Se per qualche ragione, viene messo
qualcosa di aspro nel latte, diventa yogurt. Lo yogurt non è nient'altro
che latte. In esso ci sono tutte le potenze che ci sono nel latte, come il
ghee e gli altri derivati del latte, ma non è latte. Il latte può diventare
yogurt, ma lo yogurt non può diventare latte. Sankara è così. Egli non è
una jiva ordinaria. A volte, ma molto raramente, potrebbe esserci un motivo
per cui Sadasiva non può scendere in questo mondo; ad esempio se è
impegnato nel suo pralaya, la distruzione dell'universo, o qualche cosa del
genere. In quel caso delle jive qualificate possono operare come Siva;
temporaneamente, ma non permanentemente. Quindi dovreste sempre cercare di
onorare Sankara.

Posso raccontare alcuni passatempi di Sankara tratti dallo Srimad
Bhagavatam e dallo Skanda Purana. Quando Rama stava costruendo il ponte per
andare a Sri Lanka con i suoi centinaia di migliaia di soldati, egli
installò una Siva-linga di Ramesvara. Quando fu installato tutti i maschi
glorificarono Sankara, gridando: "Ramesvara Ki Jayaho! Ramesvara Ki Jaya!"
Essi gridavano Ramesvara, Rama Isvara: "Tu sei Isvara; tu sei il dio di
Rama." Pronunciavano il nome Ramesvara in questo modo. I deva non erano
felici o soddisfatti di questo. Essi dissero: "Ramas ca asau isvarah. Rama
è Dio e anche Sankara è Dio. Sono entrambi uguali." Ascoltando ciò, la
Sankara-sila si ruppe. Sankara fuoriuscì da essa e disse loro: "Voi siete
tutti sciocchi; voi non conoscete la mia tattva. Rama è il mio Dio e questo
è il motivo per cui sono chiamato Ramesvara."

La gente comune generalmente non sa niente, pertanto pensa che Ramesvara
significhi che Sankara sia il Dio di Rama e che Rama è controllato da
Sankara. I deva erano dell'opinione che Rama e Sankara fossero identici,
che entrambi fossero Dio. Ma Siva, Sankara stesso, disse loro: "Io non sono
il Dio di Rama. Rama è colui che amo ed è il mio Dio." Sankara è chiamato
Ramesvara per questo. Egli stesso disse questo.

Nello Srimad Bhagavatam sta scritto che una volta Sankara andò al concilio
di Prajapati Daksa, e tutti stavano onorando Daksa. Daksa Prajapati aveva
dato sua figlia in sposa a Sankara, quindi pensava che il Signore Siva
fosse come suo figlio. Egli offrì pranama a Brahma perchè era suo padre, ma
non a Sankara. Tutti onorarono Daksa eccetto Sankara, che se ne stava
seduto e cantava: "Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare,
Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare." Daksa Prajapati si sentì
insultato, maledisse il Signore Siva e molti incidenti accaddero in seguito
a questo. Sankara ritornò a Kailasa. Da quella volta Daksa pensò che
Sankara fosse suo nemico, ma Sankara non lo pensò mai.

Un giorno, in Treta-yuga, Sati e Sankara andarono nella foresta di
Dandakaranya. Era il periodo in cui Rama, obbedendo all'ordine del padre,
il re Dasaratha, si era recato nella foresta per 14 anni con Sita e
Laksmana. Ravana aveva rapito Sita e l'aveva portata a Lanka. Rama stava
perciò piangendo molto e Laksmana cercava di rappacificarLo. Tuttavia, più
Laksmana cercava di rappacificarlo, più Egli piangeva. Egli domandava agli
alberi di Pancavati: "Oh Pancavati! Avete visto Sita? Dov'è andata? O
cervo, hai visto Sita?" Piangendo amaramente chiedeva al fiume Godavari:
"Oh Godavari, hai visto la Mia cara Sita? Dov'è andata? Perchè mi ha
lasciato?" Rama era come impazzito per la separazione.

Sankara arrivò con Sati nella foresta di Dandakaranya per vedere i divini
passatempi di Rama e per avere il suo darsana. Sankara si commosse molto e
il suo cuore si stava sciogliendo. Egli offrì sasthang-pranama (omaggi
compiuti con tutte le otto parti del corpo che toccano il suolo) a Rama e
lo glorificò dicendo: "Oh, questi passatempi sono talmente belli e
meravigliosi che ogni cuore si scioglierà nel vederli." Poi fece parikrama
da molto, molto lontano, piangendo: "Oh questi passatempi sono
meravigliosi." Quando fece il suo pranama finale ed era pronto a ritornare
a Kailasa, Sati domandò: "Mio amato, a chi stai facendo pranama?" Sankara
disse a Sati: "Rama è la mia isthadeva. » la mia adorabile divinità. Io lo
adoro sempre." Lei disse a suo marito: "Perchè? Io vedo Rama come un uomo
comune che piange per sua moglie. Persino io so dov'è Sita, ma Lui non lo
sa e sta piangendo! Non è forte abbastanza per riprendersi Sita? Lui è
molto debole, pertanto dev'essere un uomo, non Dio. Perchè Gli stai
offrendo pranama? Chi è Lui?" Sankara rispose a Sati: "Tu sei ignorante,
non sai che Lui è il Signore Supremo." Lei non aveva fede e non ci credeva.
Sankara disse allora a Sati di metterLo alla prova in un qualche modo.

Sankara si allontanò da lì e si mise a riposare sotto un albero baniano.
Sati cambiò la sua forma per sembrare Sita e andò là dove Rama stava
cercando Sita, mettendosi di fronte a Rama. Rama stava piangendo: "Oh Sita,
dove sei, dove sei?" Sati aveva pensato: "Se appaio dinanzi a Rama come
Sita, Egli mi guarderà e immediatamente verrà e mi abbraccerà dicendo: "Oh,
ho trovato la Mia Sita." E sarà felice." Ma Rama ignorava Sati.
Ripetutamente lei si mise di fronte a Lui, tuttavia Egli si girava da
un'altra parte. Infine le disse: "Madre, perchè stai girovagando qui da
sola? Dov'è Sankara?" Sati si meravigliò di come Rama sapesse chi lei fosse
in realtà. A quel punto ebbe paura e fece pranama a Rama. Allora vide che
gli alberi, gli arbusti, e tutto ciò che la circondava, era tutto diventato
Rama e Sita. Ovunque guardasse, di qua o di là, in ogni luogo, vedeva
solamente Sita Rama, Sita Rama, Sita Rama. Rama mostrò questo a Sati: "Sita
non è mai separata da Me, lei è sempre con Me. Sto facendo questo
passatempo per tutti gli esseri umani, così essi ricorderanno i Miei lila."
Sati disse: "Sankara non può mai ignorare nulla. Egli era nel giusto ed io
nell'errore. " Dopo che Sati offrì pranama e si rimise in piedi, vide che
ora Rama era lì da solo con Laksmana e stava ancora piangendo: "Oh Sita,
dove sei, dove sei?"

Sati allora tornò da Sankara che aspettava sotto l'albero baniano, e lui le
domandò: "Lo hai messo alla prova per vedere chi è?" Sati rispose: "Prabhu,
che cosa posso fare? Ti ho creduto e non L'ho messo alla prova." Disse di
nuovo una bugia. Dovete avere sempre fede nel vostro Guru. Sankara era il
Guru di Sati, ma lei non gli aveva creduto quando le aveva detto che Rama è
il Signore Supremo. Se un discepolo non obbedisce al suo Gurudeva, che cosa
succederà? La sua bhakti e la sua vita spirituale diminuiranno. Non dite
nessuna bugia al vostro Gurudeva. Mai, mai. Altrimenti, di nuovo andrete
all'inferno. Lei mentì a Sankara dicendo: "Io non L'ho messo alla prova."
Ma Sankara vide nella sua meditazione che lei Lo aveva messo alla prova e
vide come si era trasformata in Sita. Sankara pensò: "Lei ha preso la forma
di Sita, che è mia madre. Di conseguenza lei non è mia moglie; ora lei è
mia madre. Adesso io la tratterò sempre come mia madre." Quando egli fece
questo voto, i deva immediatamente riversarono fiori dal cielo e lo
elogiarono: "Hai fatto una promessa meravigliosa!" Sati chiese a suo
marito: "Che promessa hai fatto?" Ma egli rimase silenzioso e non disse mai
nulla.

Quando tornarono alla loro dimora a Kailasa, Sankara assegnò a Sati un
seggio di fronte a lui. La moglie può sedere alla sinistra del marito e la
madre siede sempre di fronte, come un Guru. Nello stesso modo, un discepolo
non dovrebbe offrire pranama al suo Gurudeva rimanendo alla sua sinistra.
Il discepolo deve sempre sedere di fronte al suo Gurudeva e porre delle
buone domande con onore. Se un discepolo non fa questo, non è un discepolo.
Deve porre qualche domanda e non rimanere sempre in silenzio. Deve servire
e domandare al Guru. Tad vidhi pranipatena pariprasna. Le domande devono
essere poste non come una sfida, ma per conoscere qualcosa. Così Sankara
assegnò a Sati un seggio in fronte a lui.
Sati pensò: "Sankara mi ha lasciato. Mi sta trattando come se fossi sua
madre perchè io ho preso la forma di Sita. In questo corpo egli non mi
accetterà più come sua moglie, perciò dovrò lasciare questo corpo." Dopo
qualche tempo, Sankara andò in trance per centinaia di migliaia di anni.
Sati sentiva molto la separazione ed era molto infelice. Era pronta a
lasciare il suo corpo.

Un giorno, dopo che Sankara era tornato alla coscienza esterna, Sati vide
che molte dee stavano andando al palazzo di suo padre, Daksa, poichè là si
doveva compiere un grande sacrificio. Stavano andando anche le figlie di
Daksa, il quale aveva invitato tutti ad eccezione di Sankara. Anche Sati
voleva andare, ma prima lei chiese a Sankara. Lui rispose: "Una donna può
andare senza invito a vedere il suo Gurudeva, o suo padre o sua madre, ma
se un padre pensa che il marito di lei sia suo nemico, allora la moglie non
deve andare a vederlo. Tu sai che tuo padre pensa a me come suo nemico
benchè io non abbia neanche mai pensato una cosa del genere. Allo stesso
tempo non posso ordinarti di non andar lì. Devi decidere tu." Sati lasciò
il palazzo e andò a casa del padre e lì vide che Prajapati Daksa stava
disonorando Sankara. Immediatamente divenne furiosa e lasciò il suo corpo
bruciandolo fino a cenere, con l'aiuto di un fuoco venuto dal suo cuore.
Qui vediamo che l'isthadeva di Sankara è Rama, e poichè Sati prese la forma
di Sitadevi, egli la lasciò. Perciò egli è un casto vaisnava, sempre
occupato nel servizio.

Non dovete avere alcun dubbio riguardo il vostro Gurudeva. Dovete metterlo
alla prova prima di ricevere diksa (seconda iniziazione) e dopo
l'iniziazione dovete avere una fede molto ferma in lui. Non lasciatelo. Se
è un madhyama adhikari e non è molto qualificato, allora potete andare da
un siksa-guru, con il permesso del vostro Gurudeva. Egli deve dare il
permesso. Se egli non dà il permesso, allora non è un puro devoto. Non c'è
differenza tra il siksa-guru e il diksa-guru. Sono entrambi la stessa cosa.
A volte il siksa-guru può essere più elevato e a volte è il diksa-guru più
elevato. Non c'è problema. Se il guru non conosce tutto il siddhanta, ma è
un Vaisnava con una fede ferma in Krishna, drdha-sraddha, allora non
lasciatelo. Servendolo ed onorandolo, potete andare da un siksa-guru, ma
dovete onorarlo. Tuttavia, se egli è offensivo verso il suo Gurudeva, se
non sta seguendo la linea della bhakti, se ha molti attaccamenti sbagliati
ed è caduto, allora lasciatelo immediatamente. Quel guru non vi può aiutare
e vi creerà tanti problemi. Quindi lasciate quel guru per sempre e
accettate una nuova iniziazione da qualsiasi guru autentico che può darvi
questa bhakti e portarvi da Krishna.

Tutte le buone qualità si trovano in Sankara. Sri Sanatana Gosvami ha
scritto che alcuni Vaisnava non osservano Siva Caturdasi. Nel Hari Bhakti
Vilasa egli ha scritto che i vaisnava devono onorare Sankara e devono
osservare quella data. Io la osservo. Io conosco Sankara, perchè nella sua
forma di Bankandi Mahadeva a Vrindavana egli era l'amico di Sanatana
Gosvami. Bankandi Mahadeva proviene da Gopisvara. Conoscete questa storia?

Quando Sri Sanatana Gosvami diventò vecchio, Sankara gli disse: "Ora sei
vecchio. Non devi venire a vedermi tutti i giorni, perchè vieni da molto
lontano." Sanatana Gosvami rispose: "Io devo venire. Non posso cambiare
questa abitudine." Allora Gopisvara Mahadeva disse: "Allora farò in modo di
venire io molto vicino a te, come Bankandi Mahadeva." Egli così divenne
Bankandi Mahadeva e si stabilì molto vicino al tempio di Madana Mohana.
Srila Sanatana Gosvami è anche il caro amico di Cakralesvara Mahadeva a
Govardhana. Egli era solito stare con Sankara anche a Kamyavan, dove è
conosciuto come Kamesvara. Sanatana Gosvami non può stare senza Sankara.

Come Nandisvara, Sankara è diventato la montagna di Nandagaon. Egli ha
voluto che tutti i passatempi di Krishna fossero compiuti sulla sua
schiena. Per quanto riguarda Brahma, egli è diventato Brahma-parvata a
Varsana. Poichè è molto vicino a Radhika egli è perciò il nostro Gurudeva.
Quindi queste sono le tattva. Noi dobbiamo cercare di onorare Sankara come
un parama-vaisnava e come un Guru. Non disonoratelo. Non dobbiamo adorarlo
separatamente, ma possiamo osservare Siva Caturdasi e glorificarlo in
relazione alla sua relazione con Krishna. Dobbiamo offrirgli pranama con
preghiere come:
Vrindavanavani-pate! jaya soma soma maule
sanaka-sanandana-sanatana-naradedya
gopisvara! vraja-vilasi-yugangri-padme
prema prayaccha nirupadhi namo namaste

"O custode di Vrindavana! O Soma, tutte le glorie a te! Tu hai la fronte
decorata con la luna e sei adorato dai saggi capeggiati da Sanaka,
Sanandana, Sanatana e Narada! O Gopisvara, desiderando che tu mi conceda
quel prema per i piedi di loto di Sri Sri Radha-Madhava, i Quali compiono
gioiosi passatempi in Vraja-dhama, ti offro ripetutamente i miei pranama."

Sankara sta dicendo a Narada che Prahlada Maharaja è superiore a lui.
Perchè? Perchè è astuto. Fa questo solo per dare qualcosa alle persone
mondane. In realtà, Prahlada non può andare a Vrindavana, ma Sankara, come
Gopisvara, vi risiede. Con la forma di Hanuman, Sankara è sempre con Rama.
Con la forma di Bhima, è con Krishna. Quando Hanuman e Bhima si combinano
in Kali-yuga, diventano Madvacarya, il Guru della nostra Sampradaya.

Perciò Sankara serve in tanti modi, e noi dovremmo sempre onorarlo come il
nostro Guru. Lui è centinaia di migliaia di volte superiore a Prahlada
perchè conosce e medita sugli asta-kaliya-lila. Anche Parvati medita sugli
asta-kaliya-lila. Ciò è molto segreto, ma entrambi lo fanno. Sebbene
Sankara sia di gran lunga superiore e venerabile di Prahlada, tuttavia egli
dice che Prahlada è superiore. Perchè? Ci sono alcune ragioni che spiegherò
più tardi.

Gaura Premanande! Hari, Hari Bol!

Devoto: Nella Gita Krishna dice:" Tra tutti i Rudra, io sono Sankara."

Srila Narayana Maharaja: Qui Krishna sta parlando delle Sue vibhuti.
Vibhuti significa opulenza. Arjuna è un'opulenza, e Sankara pure. L'albero
Pipal è un'opulenza, e anche le gava, le mucche, ma essi non sono Krishna
stesso. In questo modo, molte cose e personalità rappresentano l'opulenza
di Krishna, cose che Gli sono molto vicine e care.

 

 
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